Emerge la necropoli di Himera: 10.000 tombe greche sotto la rete ferroviaria tra le province di Palermo e Messina
La Sicilia, scrigno di storia e cultura, continua a svelare i suoi segreti più antichi, spesso in modi inaspettati. I lavori alle infrastrutture, anziché cancellare il passato, possono trasformarsi in straordinarie finestre sul nostro patrimonio. Ne è un esempio eclatante la linea ferroviaria Palermo-Messina: i lavori di potenziamento e raddoppio della tratta hanno parallelamente riportato alla luce un tesoro inestimabile: la più estesa necropoli greca mai scoperta in Sicilia, l’antica Himera.
Un viaggio nel tempo alla stazione di Palermo centrale
Immagina di percorrere le sale di una stazione ferroviaria e di trovarti immerso in un viaggio attraverso i millenni. È ciò che accade a Palermo Centrale, dove la mostra “Himera dagli alti dirupi. Un viaggio nella necropoli svelata dal raddoppio ferroviario” accoglie i visitatori nella Sala Reale. Qui, migliaia di reperti archeologici narrano la storia di Himera, una città fondata nel 648 a.C. da coloni greci e teatro di eventi che hanno plasmato la storia antica della Sicilia.
La mostra è il frutto di trent’anni di intenso lavoro, culminati con i ritrovamenti avvenuti durante il raddoppio ferroviario della tratta Fiumetorto-Ogliastrillo. Grazie alla collaborazione tra Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) e le soprintendenze archeologiche, è stato possibile conciliare le moderne esigenze di mobilità con la salvaguardia di un sito di eccezionale valore. Si è scelto di rimuovere il vecchio tracciato ferroviario che intralciava i resti dell’antica città e di adottare soluzioni innovative per minimizzare l’impatto sulla necropoli, dimostrando come lo sviluppo possa andare di pari passo con la tutela del patrimonio.
Himera: un campo di battaglia, un santuario di memoria
Himera non è solo una necropoli, ma una vera e propria cronaca in pietra e terra di eventi epocali. Questa colonia greca fu il palcoscenico di due battaglie cruciali, nel 480 e nel 409 a.C., che segnarono profondamente il destino della Sicilia antica. La vittoria cartaginese del 409 a.C. in particolare, decretò la fine della colonia. Gli scavi hanno restituito una documentazione toccante e potente di questi scontri: tombe di soldati, di cavalli e persino di cittadini caduti nella strage, insieme alle armi impiegate negli scontri, offrendo uno sguardo diretto sulla brutalità e le conseguenze di quegli eventi.
Un sito risorto: dalle prime indagini al tesoro di oltre 10.000 sepolture
L’identificazione del sito di Himera risale al 1573, grazie all’intuizione dell’umanista Claudio Mario Arezzo. Tuttavia, le vere indagini archeologiche iniziarono solo tra il 1927 e il 1929, con gli scavi nella necropoli orientale e nel tempio dorico della Vittoria.
È dagli anni ’60 in poi che gli scavi hanno preso slancio, rivelando ampie porzioni dell’abitato, il grande santuario di Atena e tratti delle fortificazioni. Ma la vera svolta è avvenuta tra il 2008 e il 2011, quando sono state portate alla luce oltre 10.000 sepolture. Questo ritrovamento di proporzioni immense ha fornito dati scientifici di inestimabile valore per comprendere le usanze funerarie greche in età arcaica e classica. Ogni singolo reperto è stato documentato, restaurato, catalogato e inserito in un imponente archivio digitale, garantendo la sua conservazione e il suo studio per le generazioni future.
Le scoperte di Himera lungo la ferrovia Palermo-Messina ci ricordano che il suolo siciliano è un libro aperto sul passato, pronto a raccontare storie millenarie a chi sa ascoltare. Un motivo in più per visitare la nostra meravigliosa isola e percorrere i suoi binari, che non sono solo vie di trasporto, ma anche ponti verso la storia.